Amianto


VALUTAZIONE RISCHIO AMIANTOI:I nostri servizi
    La B.T.S. s.r.l. in merito alla problematica del rischio Amianto in ambiente di lavoro offre i seguenti servizi:
  • Formazione ed informazione dei lavoratori
  • Valutazione del rischio amianto friabile e compatto tramite metodo Vesar e Algoritmo della Regione Lombardia.
  • Assunzione del ruolo di Responsabile della Manutenzione Amianto esterno
  • Indagini ambientali
    - COLLABORATORI: DACO AMBIENTE
  • Indagini di laboratorio
    - COLLABORATORI: AMBIENTE E ANALISI
  • Piano di sicurezza bonifica amianto

  • Tramite i COLLABORATORI:
  • BREMONT S.R.L.
  • EKOSATER S.R.L.
  • Provvediamo alla bonifica delle coperture in eternit e dell’amianto floccato:

    a)amianto floccato
  • tecnica di glove-bag
  • confinamento dinamico
  • unita’ di decontaminazione

  • b)coperture in eternit
  • incapsulamento
  • sovra copertura
  • rimozione

Censimento dell’Amianto:
    L’attività di censimento e monitoraggio si svolge le seguenti fasi:
  • riconoscimento dei materiali contenenti amianto e identificazione mediante numerazione univoca e valutazione delle dimensioni;
  • apposizione in prossimità del manufatto o sul manufatto stesso dell’idonea segnaletica
  • classificazione in dipendenza della friabilità
  • caratterizzazione dei locali (dimensioni, accessibilità, ventilazione, ecc.) e delle lavorazioni svolte comprese le possibili attività di manutenzione straordinaria svolte da personale interno o da ditte esterne;
  • predisposizione della documentazione fotografica del manufatto a colori
  • effettuazione prelievi di campioni in massa nel caso di materiali sospetti.
  • effettuazione di prelievi di campioni di aria per verificare l’eventuale dispersione delle fibre nell’ambiente circostante


  • l CEMENTO - AMIANTO
    Il C/A è ottenuto da un impasto di cemento con fibra di amianto in ragione di circa il 15 % in peso. Usualmente il tipo di amianto utilizzato è crisotilo (amianto bianco). Il C/A è da considerare come compatto, in grado di rilasciare cioè cospicue quantità di fibre solo se lavorato con utensili ad alta velocità. Modeste quantità di fibre possono essere comunque rilasciate durante la manipolazione, la lavorazione con utensili manuali e la rottura accidentale. L'invecchiamento dovuto agli agenti atmosferici e favorito dall'acidità delle piogge, fa sì che il cemento si dissolva liberando fibre di amianto. In Azienda non sono state rilevate coperture o tettoie in eternit o altri manufatti in cemento amianto.

    MATERIE PLASTICHE
    Materiali di amianto in matrice organica. Sono materiali con matrice legante forte, come l'amiantite (usata per le guarnizioni), il vinil-amianto o il linoleum rinforzati con amainto, il Syndanio (usato nei treni), l'NCS (amianto e gomma nitrilica) e qualunque resina plastica rinforzata con fibre. Il tipo di amianto più frequente è il crisotilo. La potenzialità di rilascio di fibre in aria è molto bassa e si ottiene solo con forti sollecitazioni meccaniche.

    I PRODOTTI DA ATTRITO
    Tali prodotti sono stati utilizzati nei freni e frizioni delle autovetture e sono stati in passato fabbricati con una mescola di resine e cariche inerti, tra cui l'amianto del tipo crisotilo, in percentuali fino al 60 % in peso. L'amianto conferisce a questi prodotti un'elevata resistenza all'usura anche ad alta temperatura senza pregiudicare il coefficiente di attrito radente con il tamburo, il disco dei freni o con il meccanismo di frizione.

    PANNELLATURE
    Sono stati realizzati con l'amianto una grande varietà di pannellature a scopo antifuoco e/o antirumore e/o coibente e/o anticondensa, in miscele con cellulosa e leganti organici, carbonato di magnesio, calce, argille con contenuti in amianto variabile tra 15 e 90 % in peso.

    CARTA E GUARNIZIONI
    Tali materiali sono da considerarsi friabili poiché senza una matrice legante o con un legante debole (cartoni). Il contenuto in amianto è praticamente vicino al 100 % e la tipologia è quasi sempre quella del crisotilo. Sono state realizzate in miscela con cellulosa e resine viniliche, anche per fare carte da parati ( 6 - 8 % di amianto in peso). Nelle guarnizioni la matrice è spesso organica assieme a cariche inerti con contenuto di amianto superiore al 10 %: il più usato è il crisotilo). Nel locale centrale termica le guarnizioni dei portelli di ispezione delle caldaie sono in teflon.

    RIFIUTI DI AMIANTO

    AMIANTO SPRUZZATO
    Il contenuto di amianto può variare tra 1 e 95 % del materiale. La tipologia più usata è quella degli anfiboli, in particolare amosite. Sono stati usati leganti quali silicato di sodio, cemento Portland e vari leganti organici. COIBENTAZIONI Le coibentazioni, in particolare di tubazioni ed impianti, sono state realizzate miscelando l'amianto (fino al 90 % in peso) con silicati, leganti organici ( ad esempio resine fenoliche), gesso.

    ALTRI MATERIALI
    Gli usi civili ed industriali di materiali compositi a base di amianto sono stati molto vari e praticamente non esiste un elenco esaustivo di tutto ciò che è stato prodotto, sicuramente è possibile contare oltre 3000 usi diversi, compresi:
  • pitture e rivestimenti con miscelazioni varie, asfalto ed altro, con amianto compreso tra il 5 ed 15 %;
  • stucchi, adesivi, mastici, stucchi per calatafaggio in miscela con olio di lino, asfalto ed altro ( 5 - 30 % di amianto).

Criterio di valutazione del rischio "Versar
La società americana Versar (Springfield, Virginia), ha introdotto nel 1987 un sistema di valutazione del rischio, basato su un modello bidimensionale, per la definizione delle priorità di intervento. Il metodo è applicabile a vari tipi di materiali contenenti amianto, sia friabili, sia compatti, presenti all’interno di ambienti confinati. Gli indicatori considerati fanno capo a due distinti ordini di fattori: fattori di danno e fattori di esposizione. A ciascun parametro viene attribuito un punteggio stabilito in modo da limitare la variabilità dovuta alla soggettività del rilevatore. La valutazione deve essere condotta distintamente per ciascun locale o area con caratteristiche omogenee dell’edificio esaminato.

Interpretazione dei risultati:
  • Zona 1 = Rimozione immediata
  • Zona 2 = Rimozione quanto prima possibile. La rimozione può essere rimandata alla prima occasione utile (es. vacanze estive in una scuola), ma senza aspettare l’occasione di un intervento di ristrutturazione o di manutenzione straordinaria dello stabile.
  • Zona 3 = Rimozione programmata. La rimozione può essere affrontata nell’ambito dei programmi di manutenzione e ristrutturazione dell’edificio.
  • Zona 4 = Riparazione. Le aree danneggiate dovrebbero essere sistemate con interventi limitati di confinamento o incapsulamento.
  • Zona 5 = Monitoraggio e controllo periodico. Controllo periodico delle aree al fine di assicurare che non si verifichino danni ulteriori.
  • Zona 6 = Nessuna azione immediata. Rilascio di fibre improbabile. Non occorre attuare alcun intervento.

  • Valutazione del rischio coperture in eternit contenenti amianto compatto avverrà con l’algoritmo della Regione Lombardia allegato A come descritto nel D.d.g. 18 Novembre 2008 n. 13237.
      L’adozione di azioni correttive ad una situazione di rischio nasce da semplici considerazioni tecniche. Nelle lastre piane o ondulate in cemento-amianto, utilizzate per copertura in edilizia, l’amianto è inglobato in una matrice non friabile, che, quando è in buono stato di conservazione, impedisce il rilascio spontaneo delle fibre. Dopo anni dall’installazione tuttavia, le coperture subiscono un deterioramento per azione delle piogge acide, degli sbalzi termici, dell’erosione eolica e di organismi vegetali, che determinano corrosioni superficiali con affioramento delle fibre e conseguente liberazione di queste in aria. Nelle coperture la liberazione di fibre avviene facilmente in corrispondenza di rotture delle lastre e di aree dove la matrice cementizia è corrosa. Le fibre rilasciate sono disperse dal vento e, in misura ancora maggiore sono trascinate dalle acque piovane, raccogliendosi nei canali di gronda o venendo disperse nell’ambiente dagli scarichi di acque piovane non canalizzate. In relazione a quanto sopra, il metodo utilizzato per valutare lo stato di conservazione delle coperture è costituito dal rilevamento, mediante ispezione visiva, di alcuni parametri considerati indicativi del rilascio di fibre dal materiale e quindi della loro aerodispersione. I principali parametri da rilevare attraverso l’ispezione visiva sono:
    • la friabilità del materiale: la matrice si sgretola facilmente dando luogo a liberazione di fibre;
    • le condizioni della superficie: evidenza di crepe, rotture, sfaldamenti;
    • l’integrità della matrice: evidenza di aree di corrosione della matrice con affioramento delle fibre di amianto;
    • i trattamenti protettivi della superficie della copertura: verniciatura, incapsulamento, ecc….;
    • lo sviluppo di muffe e/o licheni sulla superficie;
    • la presenza di materiale pulverulento in corrispondenza di scoli d’acqua e nella gronda;
    • la presenza di materiale pulverulento aggregato in picco,e stalattiti in corrispondenza dei punti di gocciolamento.

    • Per determinare la presenza del rischio è necessario considerare, oltre lo stato di conservazione del materiale, il contesto in cui è inserito l’edificio la cui copertura è costituita da cemento amianto.

      Si può ritenere che aperture tipo terrazzi , balconi e finestre contigue alle lastre in posa possano essere elementi importanti nella definizione della presenza di rischio per coloro che abitano e/o lavorano nelle vicinanze in quanto attraverso di esse le fibre libere del materiale possano, in presenza di vento, essere verosimilmente veicolate all’interno dei luoghi confinati. D’altra parte la presenza di scuole o luoghi di cura nelle vicinanze di edifici con presenza di tali materiali determina l’opportunità di intervenire data la presenza di una popolazione più a rischio. Campionamenti ambientali eseguiti in vicinanza di coperture in cemento amianto dimostrano che la concentrazione di fibre aerodisperse è bassa; in questi casi gli interventi di rimozione possono determinare addirittura un aumento del rischio in relazione al rilascio di fibre durante la manipolazione delle lastre.

      Pertanto la decisione di bonificare o non e la scelta dei tempi e dei modi, devono tenere conto da un lato del degrado dei materiali e dei materiali e dei fattori di dispersione, dall’altro della presenza o meno, nell’area contigua al manufatto in cemento-amianto, di edifici abitati specialmente da popolazione in età molto giovane, come gli studenti, o con problemi di salute (luoghi di cura). Il proprietario dell’immobile / Responsabile dell’attività deve:
    • individuare la presenza di materiali contenenti amianto;
    • classificare i materiali individuati:
    • COMPATTI: materiali duri che possono essere sbriciolati o ridotti in polvere solo con l’impiego di attrezzi meccanici (trapani, frese, dischi abrasivi)
    • FRIABILI: materiali che possono essere facilmente sbriciolati o ridotti in polvere con la semplice pressione delle dita (rivestimenti isolanti posati a spruzzo). (D.M.06.09.94).
    • valutare le condizioni di degrado;
    • scegliere il tipo di bonifica e mettere in atto un programma di controllo e manutenzione di questi manufatti.

    • Nel caso di materiale in cemento-amianto alcuni indicatori utili e di facile rilevazione sono:
    • la friabilità del materiale;
    • l’affioramento di fibre dalla superficie;
    • la presenza di sfaldamenti, crepe e rotture;
    • la presenza di materiale pulverulento in corrispondenza di grondaie e scoli d’acqua.

    • In presenza di amianto floccato gli indicatori utili per VALUTARE IL RISCHIO DI RILASCIO DI FIBRE e SCEGLIERE IL TIPO DI BONIFICA più idonea sono:
    • caratteristiche fisiche dei materiali;
    • contenuto in amianto;
    • condizioni che influenzano il danneggiamento e degrado;
    • esposizione alle fibre.

    • Quando si effettuano i sopralluoghi per valutare lo stato di conservazione e sia indispensabile salire sulla copertura stessa, è necessario assicurarsi della sua tenuta e predisporre comunque idonee misure di sicurezza per prevenire il rischio di caduta dall’alto. Inoltre, durante i campionamenti e/o le prove per valutare la compattezza del materiale è necessario l’utilizzo di una maschera di protezione con filtro P3 e di idonea tuta a perdere per eliminare il rischio di inalazione e di diffusione di fibre di amianto.

      Con l’Algoritmo si determina l’ID = Indice di Degrado


    TABELLA 1
      Azioni conseguenti al giudizio espresso sullo stato di conservazione della copertura e al contesto in cui è ubicata
      Indice didegrado Giudizio dello stato di conservazione della copertura Azioni conseguenti
      < o uguale 25 Discreto Nessun intervento di bonifica è previstala valutazione dell’indice di degrado con frequenza biennale, e adottare una specifica procedura per i lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria, ed in generale per qualsiasi operazione di accesso, al fine di evitare il disturbo delle lastre.
      26-44 Scadente Esecuzione della bonifica entro 3 anni. La bonifica può avvenire tramite incapsulamento con prodotti resistenti all’acqua o con sovracopertura previa valutazione statica o rimozione
      > o uguale 45 Pessimo Rimozione della copertura entro i successivi 12 mesi.
    torna su